Il corpo non mente mai

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Cosa vuol comunicare il vostro corpo? Spesso ci incontriamo a parlare con persone che inconsciamente mantengono una postura non corretta. Spesso però dal punto di vista posturale lavoriamo solo sul soma e sulle catene muscolari testando accorciamenti muscolari alle volte anche improbabili.

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Ci dimentichiamo spesso che il problema alle volte non risiede in loco ma che la restrizione normalmente si manifesta anche distante dal punto in cui la sintomatologia indica un dolore. Osserviamo una spalla più alta dell’ altra e ci concentriamo sulla muscolatura intorno alla spalla perdendo di vista la visione globale della persona. Riconosciamo queste situazioni perchè quando iniziamo con l allungamento posturale sembra che i dolori aumentino invece che diminuire e non si ottiene un minimo progresso. La restrizione spesso ha delle cause più distanti e più difficili da decifrare, alle volte trovato il problema basta un piccolo trust strutturale oppure magari semplicemente dalla parte della spalla alzata la persona riceve delle aggressioni verbali al lavoro dallo stesso collega e magari parlando con la persona scopriamo che il collega è seduto dallo stesso lato dove troviamo la spalla sollevata. Il nostro corpo funziona in maniera da distinguere sempre da dove giungano le aggressioni e ne anticipiamo la difesa, è un po’ il motivo per cui al primo appuntamento con una ragazza noi maschietti ci sediamo di solito nel tavolo più distante dalla porta d’ entrata ed in modo tale da tenere sotto controllo la maggior parte di spazio possibile, mentre se usciamo con una donna che conosciamo da molto tempo ci troviamo seduti spesso anche dando le spalle alla porta…..nel primo caso difendiamo il territorio, nel secondo ci fidiamo e non abbiamo motivo di porci in una situazione di difesa.
Riuscire a leggere nel corpo del cliente questi piccoli segni impercettibili ci porta ad arrivare prima alla causa della restrizione osteopatica, riuscendo a discriminare in anticipo cosa sia primario nel trattamento e cosa secondario.

Giovanni Ferrari 

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